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La mappa vuole mettere in evidenza, rispetto al processo di esplosione dei territori urbanizzati, quelle aree di rilevante pregio ambientale spesso abbandonate che potrebbero essere i luoghi dal quale ripartire per: attivare dei nuovi spazi collettivi dove sperimentare una progettualità dal basso.
Questi frammenti, evidenziati in rosso rappresentano per noi le vere centralità attorno a cui ricostruire il rapporto tra città e campagna, tra pubblico e privato, tra cittadini e istituzioni, tra iniziativa spontanea e pianificazione, tra economia ed ecologia.
Un terreno comune da sottrarre alla feudale speculazione dei grandi costruttori per riportarlo nelle mani della cittadinanza, dove realizzare quella svolta nel governo del territorio che ripristini una reale partecipazione democratica e dia l’avvio alla necessaria riconversione ecologica. Un terreno comune in cui riappropriarsi della possibilità di creare ed agire i propri spazi vitali, sperimentare insieme forme di convivenza e collaborazione creativa attraverso pratiche colturali e culturali, dell’ospitalità e dell’accoglienza, dello smaltimento dei rifiuti organici, della qualità alimentare, della produzione di energia,delle mobilità alternative, dell’arte. E’ proprio nell’Agro che si può iniziare a dar vita a nuove forme di cittadinanza, reinventando quello spazio politico di relazione che nella città è stata la piazza e che oggi nell’Oltrecittà sembra perduto.