4 passi critici per il centro storico

domenica 3 giugno 2012

a Roma
nell’ambito dell’Agorà Transeuropa al Teatro Valle Occupato

incontriamoci per
 10-13
una CAMMINATA:
quattro critici passi attraverso il centro storico
appuntamento alle 10 davanti al teatro Valle
il percorso 
se avete foto o video, inserite il link tra i commenti in fondo alla pagina
……………………………………………………………………

Belgrado, 1 giugno 2012

Ieri ero a Skadarlia, una delle poche strade con ancora il selciato
ottomano sopravvissuto alla sistematica rimozione ideologica delle
tracce della centenaria dominazione turca, operata con grande danno
per la qualità urbana di Belgrado.
Una “fanfara” zingara suona per gli studenti del liceo che celebrano
la fine dell’anno scolastico. Mi raggiunge una telefonata, è una
giornalista di Repubblica, non capisco il nome ma resto stupito che la
passeggiata, “quattro passi critici attraverso il centro storico”, che faremo
con European Alternatives e con il Teatro Valle Occupato, trovi tanta
attenzione mediatica. La giornalista mi infila una serie di domande
sul “centro storico”, sarà la bella giornata e il fatto che con il mio
contratto telefonico pago in trasferta tre euro alla risposta ma poi
ho trenta minuti senza ulteriori costi, mi sono messo a
chiaccherare….
Oggi apro su internet Repubblica e trovo l’articolo in prima pagina di
cronaca. Quante cose ben più importanti per la città abbiamo cercato
di fare senza mai ricevere questa attenzione. Leggo l’articolo, mi fa
pensare, sul modo e sul ruolo dellla comunicazione mediatica, sulla
banalizzazione e sulla strumentalizzazione del linguaggio e come tutto
ciò contribuisca allo stesso “degrado” estetico e culturale che ha
travolto la nostra città.
E’ per questo che sento il bisogno di parlarvene.
Qui il mio amico Ivan ha commentato laconicamente:” voi
italiani parlate troppo, è per questo che è facile farvi dire quello
che si vuole.”
Ho ribadito per tre volte che la camminata avveniva in occasione della
presentazione di un lavoro realizzato con i familiari di 236 ragazzi
tunisini scomparsi da un anno mentre tentavano di raggiungere
l’Italia, familiari che pretendono una risposta chiara e definitiva
dalle istituzioni italiane e tunisine sulla sorte dei loro figli, e di
questo non si dà notizia. Il Teatro Valle Occupato diventa, largo del
Teatro Valle, un luogo d’appuntamento, di European Alternatives non
c’è menzione. Sicuramente si può facilmente obiettare che tutto ciò
non ha a che vedere con il “Centro Storico”.
Del centro città, che non chiamerei mai “cuore pulsante”, ho cercato
di mettere in evidenza il carattere di luogo non più abitato nelle
mani, si, dei “city abusers”.
Ma mi sono soffermato molto più a lungo sulla cacciata e sull’esodo
centenario del popolo romano dalla nostra città verso campagne sempre
più distanti. Ho chiaramente posto la questione della cultura che è
diventata spettacolo, della politica che è diventata controllo e
sicurezza, dell’economia che è diventata pervasiva speculazione. Ho
parlato di una città che ha perso la sua millenaria vocazione
all’accoglienza, come dimostra l’orrenda staccionata che da dieci anni
impedisce di sedersi sulla meravigliosa scalea di S. Maria Maggiore.
Ho parlato è vero di retorica delle panchine non solo per la gratuità,
la ridondanza e l’esosità di quelle panchine disegnate da Paolo
Portoghesi, ma soprattutto perchè la politica della sorveglianza ne
impedirà l’uso a chi davvero ne avrà bisogno, i tanti senza tetto
della città con il più grande patrimonio abitativo inutilizzato.
Non ho mai pensato che potessero venire migliaia di persone a
camminare con noi, ho detto che le esperienze più belle della
PrimaveraRomana le abbiamo condivise con centinaia di persone, ho
schivato la richiesta di sapere i nomi di chi viene a camminare con
noi, per non strumentalizzare io stesso il piacere di stare insieme.
Non ho parlato di “doppia o tripla fila”, non direi mai che “Roma
muore nel degrado”, sono sempre molto attento a non usare argomenti la
cui ambiguità possa contribuire alla valorizzazione speculativa e alla
privatizzazione degli spazi pubblici del centro o a sostenere il
bisogno di giri di vite securitari. Ho chiaramente detto che sono
almeno venti anni che non esiste un discorso sulla città storica, che
la cultura è merce e che a Roma le istituzioni non promuovono cultura.
Insomma, credo che seppur animata dalle migliori intenzioni e comunque
costretta dentro una linea editoriale della cronaca di Roma di
Repubblica (che è una vera e propria fazione politica), la
restituzione della nostra chiaccherata di ieri costituisca anch’essa
una di quelle tantissime forme di banalizzazione culturale che è
ragione e consequenza del degrado della nostra città.
Pertanto spero di vedervi per discuterne insieme domenica, camminando,
e spero che possiate restare per la presentazione di Dove sono i
nostri figli, Waiting News…
Lorenzo Romito

Una risposta a “4 passi critici per il centro storico

Lascia un commento